Trekking fra le stelle, catalogo per turisti spaziali - La Stampa

2022-07-30 05:15:26 By : Ms. cherry cai

La voce de La Stampa

Autoritratto di Tracy Caldwell Dyson (Nasa) nel modulo Cupola della Stazione Spaziale Internazionale, durante la missione Expedition 24 (2010)

In vista del viaggio interstellare che molti vorrebbero fare suggerisco il catalogo di Piero Piero Bianucci, autore di «Pellegrini dell’Universo - L’uomo nello spazio: tra esplorazione e turismo (Solferino) con contributi di Umberto Guidoni, astronauta; Ettore Perozzi, Agenzia Spaziale Italiana; Vittorino Andreoli, neuroscienziato.

Mancano ancora le quote di gradimento che solitamente qualificano i siti di alberghi e tour operator. Per due motivi. Il primo è che i primi turisti spaziali, grazie ai loro sostanziosi patrimoni (ma c’è anche chi ha vinto il giro con un sorteggio…), darebbero sicuramente un voto alto per non sfigurare. E quindi non vale.

La copertina del libro e la Mappa mundi babilonese (VI e V secolo a.C.) che raffigura la Terra vista dall’alto, come da un’astronave

Charter e camere con vista Il secondo è che per ora i clienti sono pochi, ma si sta lavorando per sviluppare il traffico di pellegrini dell’universo con voli charter e camere con vista, soggiorni lunghi più di tre giorni e magari qualche passeggiata fuori capsula. Le trasvolate di «Star Trek» (1966) e altri racconti hanno alimentato la nostra fantasia. «2001 Odissea nello Spazio» continua a darci spunti di riflessione importanti sulle eventuali conseguenze geopolitiche e filosofiche.

D’altra parte, scrive l’astronauta Paolo Nespoli, «Lassù troviamo condizioni che non troviamo sulla Terra, e quindi riusciamo a fare cose impossibili sul nostro pianeta . Cose che da un lato ci sono utili e dall’altro ci divertono, ci piacciono».

Bianucci approfondisce anche questo aspetto giocoso della conquista spaziale. Racconta come, a 50 anni dall’ultimo sbarco sulla Luna(1972), l’Economia Spaziale ha destinato investimenti miliardari per perfezionare satelliti destinati sempre di più alla raccolta dei dati su sicurezza, ambiente, trasporti, telemedicina ecc. Con un’attenzione particolare alle potenzialità commerciali (pubblicità, cinema, reality show). E ultimamente anche al turismo: per esempio qui https://www.axiomspace.com/

Un rendering della navicella SpaceX Crew Dragon che ha ospitato alcuni turisti per tre giorni su un’orbita a quota 575 chilometri collegati in streaming con tre milioni di spettatori 

L’ennesima avventura dell’Umanità I condottieri più convinti sono super miliardari come Elon Musk (Tesla e SpaceX), Richard Branson (Virgin Galactic), Jeff Bezos (Amazon) e si contano già centinaia di aspiranti viaggiatori che non vedono l’ora di venir sparati nel cielo.

Cosa c’è da sapere per orientarsi nella scelta dell’itinerario? Si può cominciare dal principio. Bianucci propone un documento di argilla con scritte cuneifomi. È la Mappa mundi babilonese (VI e V secolo a.C.) e raffigura la Terra vista dall’alto, come da un’astronave. Poi racconta di esploratori, scienziati, poeti, tecnici e operai specializzati con i loro contributi: visioni accelerate, esperimenti, ripensamenti ed errori fin alla realizzazione di macchine capaci di annusare l’universo e atterrare sui pianeti.

Marte: il robot Perseverance accantona pietre che nel 2030 un altro robot porterà sulla Terra

L’autore espone alcune destinazioni senza trascurare limiti e risvolti negativi. L’agenzia di viaggio più accreditata per ora è la Space Adventures. Si potrebbe optare per una trasvolata teleguidata come quella conclusa da quattro viaggiatori (non astronauti)

nella vacanza di tre giorni a 575 chilometri dalla superficie terrestre. Ma ci sarà anche la possibilità di circumnavigare la luna, essere trasferiti su stazioni permanenti per un soggiorno o andare sulla Stazione Internazionale a prendersi un tè liofilizzato accolti da un robot. La Stazione tra qualche anno concluderà la sua funzione di laboratorio e fra le ipotesi del suo riutilizzo c’è un albergo a cinque stelle.

«Rendering» di Lunar Gateway, la stazione cislunare che dovrebbe funzionare da terminale di arrivo per i viaggi verso la Luna

A bordo il pellegrino proverà «la straniante esperienza dell’assenza di peso» compensata dalla visone abbagliante della nostra meravigliosa Terra dove «otto miliardi di persone sono stipate in uno strato d’aria spesso due chilometri e mezzo». A bordo degli attuali veicoli e alberghi spaziali lo spazio è ancora più ridotto. Ma, pur di ammirare panorami stupefacenti e percepire il battito del cuore cosmico, i clienti pagano milioni di dollari anche a fronte di costrizioni, «perverse» ma necessarie, che riguardano per esempio il cibo e il bagno. L’acqua è stata fornita dall’acquedotto di Torino fino a quando i costi eccessivi (una bottiglia di acqua minerale in orbita costa 18 mila euro) si è passati al riciclaggio di orina, sudore, acqua usata per lavarsi. Per altri particolari si consultino i capitoli «Il catalogo è questo» e «Abitare l’altrove» dove i buongustai enogastronomia troveranno un riferimento anche all’inevitabile chef stellato.

Al rientro - a parte le vertigini passeggere - il passeggero riprenderà la sua vita ammirato da tutti per l’eroica avventura, Bianucci non esita a informarci che molti astronauti, al ritorno dalle loro missioni, hanno perso la testa oltre che l’equilibrio. Se il pellegrino dello spazio avrà superato la linea di Kármán, posta idealmente ad un'altezza di 100 km sopra il livello del mare per segnare il confine tra atmosfera terrestre e spazio, riceverà l’ attestato di «astronauta».

La Stazione Spaziale Internazionale ripresa dalla navetta Endeavour durante uno sganciamento (2011)

Prima di attraversare la fatidica linea, la navicella potrebbe scontrarsi con qualche rottame volante. L’evento è poco frequente, ma i reperti inutilizzabili sono in aumento.

In attesa di partire per un trekking fra le stelle potrebbe essere interessante mettersi in vaittio pet raggiungere il cimitero della spazzatura spaziale sulla Terra: è il Punto Nemo (in omaggio al capitano del Nautilus di Jules Verne), uno dei Poli dell’inaccessibilità, il punto più lontano da qualsiasi terra emersa nel Pacifico. Qui vengono dirottati alcuni rifiuti spaziali: satelliti morti, gli stadi dei razzi rimasti in orbita, grandi rottami.

Quale viaggio? L’ultima parte del libro è dedicata al rapporto con gli alieni, quelli che potremmo incontrare dietro l’angolo della nostra galassia. Abbiamo scritto, telefonato e inviato sollecitazioni: il risultato, scrive Bianucci, è «un ostinato silenzio». O forse, mi sembra, una palese sordità da parte degli umani.

Ogni viaggio è l’occasione per raccogliere saperi e incontrare diversità. Ma occorre anche la disponibilità a coltivare questa esperienze. Forse non siamo ancora pronti. Bianucci propone un esercizio difficilissimo: «L’unico pellegrinaggio cosmico degno di questo nome non è andare noi nell’universo ma, attraverso la conoscenza, portare l’universo dentro di noi.

Come disse una volta Charlie Brown: «Le cose importanti me le porto dentro. Il resto è nel frigo»