Bevy, la prima startup italiana di delivery dell’acqua (attenta alla sostenibilità)- Corriere.it

2022-05-25 09:52:30 By : Mr. jianfeng chen

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Nasce a Milano un servizio smart di consegna a domicilio di bottiglie d’acqua, con un occhio di riguardo alla sostenibilità. «Cerchiamo di incentivare l’utilizzo di bottiglie di vetro scegliendo di offrire i prezzi sul vetro più bassi del mercato»

Si chiama Bevy ed è la neonata realtà imprenditoriale milanese che distribuisce acqua e bevande ai privati e agli uffici. Offre tre novità rispetto ai vecchi servizi di consegna delle bottiglie: ecologia in primis, poi rapidità e semplicità. Si tratta della prima startup italiana di acqua e beverage delivery ed è stata inaugurata a Milano dall’idea di due giovani imprenditori: Federica Lettieri ed Hendrik Wawers, lei italiana e lui tedesco, sono la coppia di partner (sia nel lavoro sia nella vita) che da Barcellona si sono trasferiti a Berlino per poi scegliere l’Italia come quartier generale in cui varare questa interessante avventura.

«Vogliamo semplificare la vita quotidiana delle persone eliminando il fastidio di trasportare carichi pesanti. L'Italia è il mercato perfetto per lanciare questo servizio in quanto è il Paese con il più alto consumo di acqua in bottiglia pro capite in Europa. Vogliamo diventare il principale fornitore di bevande e di prodotti ingombranti», spiega Hendrik Wawers. Ciò che offrono è quindi un servizio a domicilio in grado di consegnare acqua (e non solo: anche tante altre bevande) entro 3 ore dall'ordine, senza costi aggiuntivi e con il vuoto a rendere.

L’obiettivo è quello di ammodernare un servizio che esiste da decenni ma che non riesce più a rispondere alle esigenze del consumatore di oggi. «Il mestiere dell'acquaiolo esiste da molto tempo, il nostro obiettivo è cambiare il modo in cui il servizio viene erogato, per andare incontro alle esigenze del consumatore moderno», spiegano al Corriere della Sera i fondatori. Per rendere il lavoro dell’acquaiolo smart e più al passo con i tempi, ciò che offre Bevy è una maggiore flessibilità , un servizio accessibile a tutti grazie alla consegna gratuita e un'esperienza digitale innovativa che tuttavia non vuole prescindere dall'importanza della relazione umana. «L’esperienza digitale del nostro servizio è in continuo miglioramento, anche in base ai feedback dei nostri utenti. Al tempo stesso però non vogliamo perdere l'importanza della relazione umana che deve esistere tra i clienti Bevy e il nostro team perché quello è un aspetto a cui teniamo molto e crediamo sia distintivo rispetto agli altri delivery», racconta Federica Lettieri al Corriere.

Dal sito web, da poco inaugurato, si può selezionare la fascia oraria di consegna , scegliendo tra prodotti che vanno dall’acqua ai succhi di frutta. «Per ora operiamo solo da sito ma arriverà presto l’applicazione mobile». La distribuzione di Bevy è di tipo ecologico e si prefigge di diventarlo sempre di più, a partire dai mezzi di trasporto utilizzati: «L’obiettivo è quello di avere una flotta interamente elettrica , ma due fattori ci spingono oggi a dover sopperire a volte con l’utilizzo di veicoli tradizionali: le consegne dei veicoli elettrici tardano rispetto alla data di arrivo prevista (la data di consegna può slittare anche di 3 mesi, problema di approvvigionamento globale causato dalla pandemia); la batteria ha una durata limitata. Può capitare, specialmente nel periodo estivo, che la batteria del veicolo elettrico si esaurisca durante la giornata (max 300km di autonomia e 5 ore di tempo di ricarica), pertanto dobbiamo appoggiarci a dei mezzi sostitutivi», ci raccontano Lettieri e Wawers. «Oggi è molto complesso reperire mezzi 100% elettrici per cui prendiamo quello che è disponibile sul mercato: abbiamo Opel e-combo, Maxus ED3 … insomma una flotta elettrica mista».

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Per adesso Bevy non distribuisce soltanto prodotti in vetro e alluminio, benché negli obiettivi di questa start-up ci sia quello di ridurre il numero di bottiglie in PET utilizzate in Italia (che è un numero vergognosamente esorbitante). «Abbiamo i prezzi sul vetro più bassi del mercato perché vogliamo rendere l'uso delle bottiglie di vetro accessibile a tutti. Manteniamo il minimo d’ordine basso (7.50 euro, sensibilmente più basso rispetto a quelli attualmente sul mercato) perché spesso il problema è che lo spazio nelle case è limitato. Con questo minimo i nostri utenti possono acquistare anche solo una cassa in vetro alla volta (da 12 bottiglie). Cerchiamo di incentivare l’utilizzo del vetro e di educare gli utenti sui vantaggi delle bottiglie di vetro (ad esempio, che possono essere riutilizzate fino a 50 volte) attraverso comunicazioni mirate sul nostro negozio online e sui canali social», spiegano i fondatori della start-up.

Purtroppo sono le leggi di mercato a costringere Bevy ad abbracciare ancora l’acqua in PET, dato che circa l’80% degli italiani compra bottiglie di plastica monouso . «Il nostro business si basa su economie di scala ed è per questo importante per noi offrire anche PET. Tuttavia continueremo a fare il possibile per mettere il consumatore nella posizione migliore per poter scegliere il vetro, azzerando o ponendo a nostro carico le differenze economiche e logistiche delle bottiglie in vetro». Una missione quindi che punta anche a cambiare il costume e la società nostrani, o meglio: il malcostume, dato che il fatto di essere il Paese con il più alto numero di consumo di bevande in PET di tutta Europa non può che essere definito tale.

L’idea di Bevy nasce dal fatto che nel mercato c’è un vuoto (non a rendere, questo), ossia un gap che permane nel servizio di delivery offerto dai supermercati. La spesa a domicilio si sviluppa lungo tre filoni : quello del supermercato online tradizionale; quello del ‘quick commerce’, con player che consegnano in maniera ultra rapida; quello del "fresco”. «Il filone del supermercato online tradizionale non consente di fare acquisti convenienti di bevande a causa di una serie di punti dolenti come l'elevato valore del minimo d’ordine necessario, il limite sul numero di casse d’acqua consentite (ad esempio 2 o 3 casse a seconda dei casi), l'assenza di bottiglie di vetro anche per le problematiche legate allo smaltimento e il costo di consegna elevato. Il ‘quick commerce’ si avvale di player che consegnano la spesa in tempi da record (10-30 min dal momento dell'ordine) ma che, arrivando in bicicletta o in motorino, sono molto limitati in termini di peso (non consegnano casse ma bottiglie singole). Il filone del ‘fresco’ si concentra sul focus dei prodotti alimentari freschi più che sul secco o sul pesante», raccontano Federica Lettieri ed Hendrik Wawers.

Questi due giovani imprenditori sono riusciti a ottenere un finanziamento di 2 milioni di dollari da FoodLabs (investitore leader in Europa nell'Early Stage FoodTech), un segnale che a loro avviso fa capire come il mercato del food delivery in Italia sia in forte crescita. «FoodLabs vede il potenziale dell'Italia come mercato emergente per le startup e ha trovato in noi una mentalità di crescita tipica delle start-up europee in un contesto interessante. Insomma, il team giusto, al momento giusto, nel Paese giusto», afferma Wawers. «Siamo stati selezionati da FoodLabs e siamo i destinatari del loro primo finanziamento in Italia. Speriamo quindi di poter fare da apripista per tutte le altre realtà emergenti», aggiunge Lettieri.

Dato che tra gli obiettivi di Bevy c’è anche quello di sensibilizzare a livello di ecosostenibilità gli italiani (e poi i consumatori degli altri mercati internazionali, a cui punta questa avventura imprenditoriale), non si parla semplicemente di un e-commerce o di un servizio di delivery fine a se stesso (e al profitto) bensì di una rete commerciale che vuole educare i consumatori a una maggior responsabilità in chiave ecologica. Per farlo sono state messe in atto strategie finalizzate a instaurare un’economia circolare che incentivi il reso delle bottiglie di vetro utilizzate. «Per ora la nostra economia circolare si è incentrata sul vetro, perché il vuoto a rendere del vetro è tradizionalmente più diffuso. L’obiettivo a medio termine è quello di rifornirsi maggiormente da produttori locali per ridurre il carbon footprint della catena di valore, dopodiché vogliamo estendere il vuoto a rendere ad altre tipologie di imballaggi (es. PET) e categorie di prodotti (come bibite, birra). Abbiamo già avviato discussioni con esperti del settore per capire quali siano gli step da seguire per realizzare questa visione nel più breve tempo possibile. Siamo appena partiti, la strada è lunga ma siamo ottimisti», concludono i fondatori di Bevy.

La meta a cui guardano è quella di diventare il leader europeo nella consegna di bevande a domicilio, portando il progetto varato in Italia a oltrepassare i confini nazionali per entrare nel mercato europeo con un giro d'affari stimato di oltre 375 miliardi di euro . Un progetto che - a dispetto della merce - non fa certo acqua da tutte le parti, anzi.

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