Come leggere le etichette

2022-08-13 08:52:33 By : Ms. Jocelyn Zhang

Come scegliere i prodotti adatti alle nostre esigenze? Quali sono gli obblighi imposti agli operatori del settore dall’UE? 

L’etichetta alimentare è la carta d’identità dei cibi e delle bevande che acquistiamo e portiamo sulla nostra tavola. Essere informati su cosa mettiamo nei nostri piatti è un atto di responsabilità verso noi stessi e i nostri cari. Gli operatori del settore alimentare sono tenuti a fornirci una serie di dati che, se letti correttamente, ci permettono di riempire il carrello in modo consapevole. In questo articolo vedremo come leggere le etichette ovvero quell’insieme di informazioni che, nel rispetto delle normative europee vigenti, troviamo scritte sulle confezioni degli alimenti pre-confenzionati.

Alcune caratteristiche (come i valori nutrizionali, la data di scadenza o il termine di conservazione e la presenza di allergeni) devono essere riportate obbligatoriamente. Altre informazioni, come la dicitura «ricco di fibre» o «senza grassi», sono facoltative. Per saperne di più, leggi la seguente guida su come leggere le etichette.

Quando fai la spesa, soffermati qualche istante a leggere l’etichetta: ti servirà a capire che cosa stai per mettere nella dispensa e a soddisfare le tue esigenze di palato, di salute e di etica. Per esempio, se sei contrario agli allevamenti intensivi potrai preferire uova provenienti da stabilimenti in cui le galline trascorrono molto tempo all’aperto. Devi però sapere che la dicitura «galline allevate a terra» non significa che le galline razzolino liberamente in spazi aperti. Infatti, «a terra» indica sopra un pavimento dentro un capannone, non in gabbia ma nemmeno all’aperto.

Se prediligi la carne italiana, leggi bene tutte le informazioni contenute nell’etichetta: non sempre un bovino nasce, viene allevato e macellato nello stesso Paese.

E ancora: sei intollerante o allergico ai crostacei o alle mandorle? Cerca nell’etichetta l’avvertenza «può contenere tracce di crostacei» o «può contenere tracce di frutta a guscio» prima di mettere nel carrello quell’alimento, così eviterai spiacevoli inconvenienti.

Anche a te sarà capitato di imbatterti in confezioni con la scritta «senza calorie»: cosa si intende per «senza»? Qual è la differenza tra una marmellata «light» e una marmellata classica? Come faccio a sapere da dove provengono le uova che ho acquistato? Perché sul barattolo del sale o del peperoncino non vengono riportati i valori nutrizionali mentre nei biscotti, nella pasta, nei succhi di frutta sì? Che differenza c’è tra data di scadenza e termine di conservazione? Questi e altri argomenti affronteremo in questa breve guida su come leggere le etichette.

La normativa sulle etichette alimentari è applicata a livello europeo sulla base del Regolamento (UE) n. 1169/2011, che riguarda le informazioni sugli alimenti che i consumatori devono ricevere dagli operatori del settore.

Le etichette alimentari sono l’insieme di informazioni sui cibi e sulle bevande che vengono fornite ai consumatori. Bisogna distinguere quando si acquista un prodotto già confezionato e quando si acquista un prodotto che viene confezionato davanti ai nostri occhi.

Gli alimenti e le bevande contenuti in confezioni pre-imballate devono riportare le informazioni scritte direttamente sulla confezione oppure su un’etichetta incollata. Le trovi ad esempio stampate sulla scatola dei corn-flakes (alcune voci sono: tabella nutrizionale, ingredienti, peso, nome dell’azienda produttrice); sulla fascia colorata che avvolge le bottiglie di plastica della Coca-Cola o della Fanta; sull’etichetta di carta incollata sui barattoli di vetro dei succhi di frutta.

Invece, nel caso degli alimenti non pre-imballati, come il pane acquistato dal fornaio, gli affettati tagliati e incartati dal salumiere, il vino alla spina o la carne in macelleria, è il commerciante che ha l’obbligo, se richiesto dal cliente, di dare le informazioni sull’alimento. Se stai acquistando del prosciutto nella piccola bottega del tuo quartiere e vuoi sapere dove è stato prodotto, quanti grassi sono presenti ogni 100 grammi, chi è il produttore o dove è stato macellato l’animale, sappi che il commerciante è tenuto a dirtelo: può farlo verbalmente oppure dandoti la possibilità di consultare la documentazione in suo possesso.

Le scritte delle etichette possono essere colorate, stampate, impresse o incise sulla confezione; in ogni caso, devono avere un carattere di almeno 0,9 mm, essere chiare e leggibili.

Gli operatori del settore alimentare devono fornire obbligatoriamente delle informazioni mentre altre vengono scritte facoltativamente.

Le informazioni obbligatorie delle etichette alimentari sono:

Le informazioni facoltative sono scritte dai produttori su base volontaria e, di solito, servono a rendere più invitante il prodotto e a valorizzarlo dal punto di vista commerciale. Spesso, facendo leva su caratteristiche che rispondono alle esigenze dietetiche del consumatore.

Per legge, le informazioni facoltative delle etichette alimentari non devono:

Spesso, il produttore utilizza l’etichetta per valorizzare il suo prodotto oppure per orientare l’acquirente nella scelta del prodotto con le caratteristiche adatte alle sue esigenze. È il caso di scritte quali «povero di grassi», «ricco di fibre», «favorisce la digestione». Queste scritte non possono essere messe a piacimento ma devono rispettare delle regole precise imposte a livello europeo (vedremo fra poco quali sono). Si tratta dei cosiddetti claims: indicazioni nutrizionali e indicazioni sulle caratteristiche salutistiche.

Le indicazioni nutrizionali riguardano qualsiasi scritta che riferisca di particolari proprietà nutrizionali benefiche: «con poche calorie», «senza grassi», «ricco di fibre». Riguardano il valore energetico (maggiore o minore rispetto al normale) oppure le sostanze nutritive (mancanti, ridotte o accresciute).

Le indicazioni salutistiche sono le scritte del tipo «favorisce la digestione», «supporta le difese immunitarie», ovvero indicazioni che il prodotto fa bene alla salute. Queste scritte, per legge, devono essere accompagnate da alcune informazioni complementari volte a spiegare che:

Le informazioni scritte sull’etichetta dei prodotti che trovi al supermercato hanno delle caratteristiche precise. Tuttavia, non sempre comprenderle è intuitivo e immediato e ci sono alcune accortezze da tenere presente.

L’elenco degli ingredienti è sempre scritto in ordine decrescente di quantità: un succo di frutta alla pesca confezionato contiene purea di pesca, acqua, zucchero, acido ascorbico. Questo è l’ordine in cui vengono scritti perché il primo (purea di pesca) è quello maggiormente presente, via via a scendere fino all’ultimo (antiossidante acido ascorbico), che è quello di minor quantità.

La data di scadenza ed il termine di conservazione o TMC sono due cose diverse. La data di scadenza è tassativa, da quel giorno in poi il prodotto va buttato perché deperisce e può danneggiare la salute. Invece, l’indicazione «da consumarsi preferibilmente entro» è il termine di conservazione e significa che oltre quella data il prodotto è ancora consumabile, ma è soggetto a modifiche peggiorative di alcune caratteristiche come il sapore o l’aroma.

Le seguenti sigle, secondo il Regolamento CE n. 510/2006, significano:

Sugli scaffali dei supermercati, la denominazione uova senza ulteriore specificazione si riferisce alle uova di gallina. Le informazioni devono essere riportate sia sulla confezione che sui singoli gusci. Vediamo nel dettaglio.

Nella confezione, obbligatoriamente, si trovano le seguenti informazioni:

Sul guscio di ogni singolo uovo è impressa una sigla di 11 caratteri del tipo:

La prima cifra è un numero:

Le due lettere, nell’esempio IT per Italia, sono la sigla dello stato di produzione; i tre numeri successivi sono il codice ISTAT del comune dove si trova l’allevamento; le lettere per la sigla della provincia, nell’esempio Varese; le tre cifre finali sono la sigla dell’allevamento dove le galline hanno deposto le uova.

Dal 2014, è stato esteso l’obbligo di indicare sull’etichetta il Paese di origine o di provenienza dell’animale oltre che per le carni bovine anche per quelle suine, avicole, caprine, volatili e ovine. In Italia, dopo i casi registrati di influenza aviaria, è stato deciso l’obbligo di indicare nell’etichetta anche l’origine della carne di pollo.

Per quanto riguarda l’etichetta della carne bovina, le norme sono stabilite dal Regolamento CE n. 1760/2000 che, in concreto, ha messo in piedi un metodo per registrare ed identificare i capi bovini. Per chiarezza: mucca, vitello, vitella, vitellone, manzo, scottona, toro fanno tutti parte della razza bovina.

Concretamente, nelle etichette delle confezioni del supermercato o delle macellerie devono essere indicate le seguenti informazioni:

Si possono trovare queste indicazioni, anch’esse obbligatorie, legate a particolari condizioni:

Informazioni non obbligatorie che si possono trovare sull’etichetta sono:

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