Vino, l’allarme delle cantine: «Non ci sono più bottiglie, produzione a rischio» - CorrieredelVeneto.it

2022-05-25 09:47:45 By : Mr. sales aopec

Le cantine si presentano a Verona con conti migliori rispetto all’ultimo Vinitaly del 2019. La pandemia non ha inciso in modo pesante sulla vendita e sull’export e anche le aziende molto esposte sull’Ho.re.ca. (alberghi, bar e ristoranti , chiusi durante il primo lockdown) sono riuscite a contenere le perdite. Preoccupa però la guerra in Ucraina el ’ impennata dei costi che ha riguardato elementi fondamentali per far arrivare il vino nelle nostre tavole : bottiglie, capsule, etichette, cartoni per gli imballaggi. A preoccupare i produttori è soprattutto la carenza delle bottiglie , tanto che più di qualcuno afferma: «Rischiamo di non averle quando imbottiglieremo la vendemmia 2021».

In questo clima di incertezza Unicredit aveva presentato una ricerca curata dal responsabile agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma, Denis Pantini , che fotografava performance di mercato, scenari evolutivi e prospettive delle cosiddette «regioni del vino». Il Veneto primeggia nelle dimensioni strutturali e produttive . L’Italia aveva chiuso il 2021 con 7 miliardi di euro di export , +13 per cento rispetto al 2020 e +10,5 per cento rispetto al 2019. Nella classifica mondiale dell’export c’è la Francia con 11,06 miliardi, l’Italia con 7,06 e la Spagna con 2,88. «Al quarto posto ci sarebbe il Veneto — aveva detto con un pizzico di ironia il governatore Luca Zaia, presente assieme al collega Stefano Bonaccini (Emilia-Romagna) — perché la nostra Regione il 36 per cento dell’export nazionale». Il Veneto, rilevava il ricercatore di Nomisma, dovrebbe sviluppare e diversificare le esportazioni su nuovi mercati, come Cina, Corea del Sud e Australia ». L’export italiano è trainato per il 26 per cento dal Prosecco, di cui al Vinitaly sono stati presentati i risultati del 2021 della Docg Conegliano-Valdobbiadene. La denominazione ha raggiunto unvolume di 104,7 milioni di bottiglie e un valore di 621,4 milioni di euro , con una crescita del 18 per cento sull’anno precedente. «Questo è il riconoscimento dell’impegno di un’intera comunità che da generazioni lavora in collina e cantina», ha sottolineato la presidente della Docg Elvira Bortolomiol , nell’incontro ospitato nello stand del Veneto e moderato dal vicedirettore del Corriere della Sera Luciano Ferraro.

Ma se il passato brilla come non mai, il futuro è preoccupante. «Le vetrerie — spiega il direttore della Cantina Valpolicella Negrar, Verona, Daniele Accordini — prima ci consegnavano le bottiglie ogni settimana, adesso ogni 20, 28 giorni. Abbiamo ordini fermi, già pagati, che non riusciamo a spedire e ci litighiamo le bottiglie con le altre cantine».Beniamino Garofalo è l’amministratore delegato di Santa Margherita Gruppo Vinicolo, la cantina veneziana che fa parte del gruppo controllato dalla famiglia Marzotto, che possiede una vetreria, la Zignago Vetro di Fossalta di Portogruaro. «Nonostante siamo favoriti da questo fatto, soffriamo la mancanza di materie prime. Ci sono fattori anche estranei alla guerra in Ucraina, legati al caro energie e le vetrerie sono aziende energivore . C’è un grande bisogno di vetro a livello europeo e questo non ci permette di recuperare bottiglie. Nei prossimi mesi potremmo non avere la possibilità di imbottigliare e di mettere sul mercato la vendemmia 2021. Manca soda, manca la sabbia. Tutte le cantine hanno problemi per farsi arrivare tappi, capsule, etichette e cartoni per imballaggio. Cominciamo a intravedere una contrazione dei consumi». La veronese Nadia Zenato , la cui cantina produce Lugana e Amarone, va giù diretta: «Possiamo parlare già di un’economia di guerra, che peserà su di noi più del Covid. La prima cosa da fare sarebbe far finire questa guerra in Europa». Zenato aggiunge anche di aver avuto la possibilità di inviare un ordine dei propri vini a Mosca, ma di non aver risposto, «per motivi etici». Per il trevigiano Stefano Bottega l’aumento delle materie prime raggiunge anche il 50 per cento: «Sicuramente c’è la speculazione dei grossi vinificatori, a cui si aggiunge la difficoltà del reperimento della cartotecnica di imballaggio, aumentata anch’essa del 50 per cento . Come Assindustria Veneto Centro, di cui sono vicepresidente del gruppo vinicolo, pensiamo che la soluzione nel breve periodo sia quella di creazione di gruppi d’acquisto e della creazione nelle vetrerie di bottiglie in linea con i principi di sostenibilità con minor impatto ambientale e con un peso vetro inferiore, senza rinunciare alla sicurezza, che ri mane la priorità assoluta».

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