A Palazzo Mazzetti apre la mostra “Il vetro è vita. La collezione Pino e Donatella Clinanti"

2022-09-24 07:41:30 By : Mr. Finlay Lin

«Mio padre considerava il vetro una materia da plasmare con il sentimento». Così Donatella Clinanti, figlia dell’ingegnere astigiano Pino Clinanti (1914 – 2007), ha ricordato il papà in occasione della presentazione della mostra “Il vetro è vita. La collezione Pino e Donatella Clinanti”, che aprirà domani (sabato) e sarà visitabile fino al 16 ottobre a Palazzo Mazzetti ad Asti. Dopo la conclusione, lo scorso 5 giugno, della mostra “I Macchiaioli. L’avventura dell’arte moderna”, arriva infatti una nuova esposizione legata al territorio, in continuità con quella sugli arazzi tenutasi a cavallo tra il 2020 e il 2021. Il tutto in occasione dell’Anno internazionale del vetro, designato dalle Nazioni Unite, e in vista della Douja d’Or che si svolgerà dal 9 al 18 settembre. Come ha spiegato Mario Sacco, presidente della Fondazione Asti Musei, stamattina (venerdì) durante l’incontro con la stampa, alla presenza del sindaco Maurizio Rasero, del vice presidente della Regione Piemonte Roberto Carosso e di coloro che sono stati coinvolti nell’allestimento della mostra: Donatella Clinanti, gli architetti Francesca Di Piazza e Andrea Capellino, e Roberto Noviello, amministratore delegato della O-I Italia, la multinazionale, presente con uno stabilimento a Quarto, cui è dedicata parte della mostra.

«Dopo l’importante rassegna dedicata all’attività delle arazzerie astigiane Scassa e Montalbano – ha affermato Sacco – non poteva mancare un altro capitolo prestigioso della nostra città, che emerge dalla raccolta di vetri antichi concessa in prestito dalla signora Donatella Clinanti, erede e prosecutrice della collezione formata dal padre. Va ricordato, a questo proposito, che l’ingegner Clinanti fu direttore della Vetreria Astigiana, di cui una sezione della mostra celebra il passato e il presente. Un’impresa che ha avuto un ruolo rilevante per l’economia a livello locale e nazionale». «Spero che la gente – ha affermato Donatella Clinanti – apprezzi di vedere una mostra composta da oggetti di materiale così fragile. Ma forse è proprio la fragilità che ha il suo fascino, quel fascino che ha accompagnato tutta la vita di mio padre, che ha cominciato a lavorare il vetro quando ancora, in corso Cavallotti, veniva soffiato. Con gli anni ha cominciato a capire che il vetro non era solo materiale per realizzare bottiglie e ha avviato una collezione, cui io ho contribuito, composta da “pezzi” acquistati in mercatini d’antiquariato e gallerie, spaziando dai vasi ai bicchieri, dai piatti ai lampadari. Collezione di cui abbiamo qui proposto la parte che poteva maggiormente legarsi alla Douja d’Or, ovvero i pezzi legati al bere e alla tavola». «Questa – ha concluso – è la quarta mostra che organizzo, la prima senza di lui. E penso sia il modo migliore per ricordare mio padre, che aveva fatto del lavoro la sua passione».

Da parte sua l’ing. Noviello ha sottolineato la presenza dell’azienda in mostra. «Ci siamo domandati – ha raccontato – cosa della nostra realtà valesse la pena sottolineare nel percorso espositivo. Da qui sono nati i ragionamenti sulle sezioni della mostra: il processo industriale, la storia della fabbrica in corso Cavallotti, poi trasferita fuori città per buone ragioni industriali, portandosi dietro il capitolo dei licenziamenti collettivi a causa dell’avvento dell’automazione. E, soprattutto, il tema della sostenibilità ambientale e del riciclo». «A questo riguardo – ha continuato – vorremmo abbinare un progetto che abbiamo studiato per proporre la spirale virtuosa della sostenibilità, grazie ai messaggi che il mondo del vetro può dare sul tema. In sostanza, nei prossimi quattro mesi vorremmo proporre ai visitatori della mostra ulteriori tappe, come la visita allo stabilimento, alla fabbrica di riciclo del vetro presente sul suo perimetro e alle cattedrali sotterranee di Canelli che sono patrimonio Unesco. Una sorta di “giro della sostenibilità” che i giovani devono avere presente perché è sostenibile economicamente e socialmente, oltre a rappresentare il futuro delle attività industriali». Presente nell’Astigiano dal 1906 con una delle più antiche vetrerie nel panorama italiano, O-I Italy, filiale italiana di O-I glass, conta attualmente uno stabilimento a Quarto con circa 200 dipendenti.

La mostra è realizzata da Fondazione Asti Musei, Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, Regione Piemonte, Comune e Camera di Commercio di Asti. Sponsor il Gruppo Banca di Asti. Organizzata in collaborazione con O-I Italy, vede la comunicazione e la promozione a cura di Arthemisia.

La mostra comprende una prima dedicata alla collezione Clinanti e una seconda parte incentrata sull’azienda O-I Italy. Ad accogliere i visitatori un ritratto dell’ingegnere Pino Clinanti scolpito in un monoblocco di cristallo. Nella stessa sala è esposto un antico nucleo di contenitori in vetro lattimo, un vetro “mimetico” di colore bianco opaco come il latte, risalente al 1450 circa e utilizzato come imitazione della porcellana cinese giunta a Venezia. Un materiale di cui Clinanti fu grande studioso. A seguire, vari esemplari in mostra raccontano poi le particolari e decorate “forme del bere”, narrate da antiche bottiglie da vino e da liquore, delicate caraffe, bicchieri, calici e oggetti decorativi prodotti dalle manifatture veneziane, italiane e straniere che testimoniano l’uso del vetro tra XVII e XX secolo. Oltre al vetro soffiato, inciso o smaltato, i lavori esposti sono realizzati con note tecniche decorative, a iniziare dalla filigrana di vetro lattimo a reticello, che crea l’effetto di un merletto all’interno della parete vitrea. Una sala espositiva accoglie invece il gallo in vetro policromo di Murano che, assieme all’esemplare di cristallo firmato Lalique, rende omaggio ad Asti, della quale è l’animale simbolo. Il gallo è infatti l’emblema della libertà comunale e fin dal XIII secolo è ornamento terminale della cupola della Collegiata di San Secondo. Nella seconda parte dell’esposizione, protagonista la multinazionale del vetro O-I tra storia, tecniche di lavorazione e progetti di sostenibilità. In mostra anche alcune bottiglie che vedono l’applicazione della tecnica “O-I Expressions”, grazie a cui la classica etichetta viene sostituita da una decorazione a tutto tondo sulla superficie della bottiglia.

La mostra è aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19 (la biglietteria chiude un’ora prima). L’ingresso alla mostra è compreso nello smarticket che consente di visitare i sei siti della Fondazione Asti Musei (Palazzo Mazzetti, Cripta e Museo di Sant’Anastasio, Palazzo Alfieri, Museo Guglielminetti,Domus Romana, Torre Troyana). Biglietto smarticket: 10 euro. Biglietto solo per mostra e Palazzo Mazzetti: 5 euro. Diverse le riduzioni previste, tra cui quella per residenti ad Asti e provincia, gruppi e scuole. Possibilità di visite guidate. Per informazioni: 0141/530403; http://www.museidiasti.com.

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