I figli tossicodipendenti di oggi: guida pratica alle droghe

2022-09-17 05:57:13 By : Mr. JEZE ALEX

Le tendenze cambiano e occorre fare il punto sulle sostanze stupefacenti: gli ultimi dati sui ragazzi (e le ragazze) in Italia rivelano che a drogarsi sono 880mila giovani, ma rivelano anche che il mondo della tossicodipendenza è cambiato.

Gli ultimi dati che abbiamo sono del 2020 e sono emersi dalla Commissione Parlamentare per l'Infanzia e l'Adolescenza, nell'ambito dell'indagine sulle dipendenze patologiche diffuse tra i giovani: l'uso di droghe tra gli adolescenti è in costante aumento, “ma i servizi pubblici e le comunità terapeutiche non riescono a intercettare questo bisogno inespresso, e sempre più sommerso, delle dipendenze giovanili”. Si parla di 880mila ragazzi e ragazze che hanno dichiarato di aver fatto uso di droghe, cioè una persona su 3 tra quelle che vanno a scuola e hanno tra i 15 e i 19 anni. Ma gli operatori sul campo spiegano che il fenomeno è in continuo aumento e l'età si è abbassata sempre di più, arrivando a coinvolgere persone tra gli 11 e i 14 anni. Il mondo legato alle tossicodipendenze e agli stupefacenti è cambiato nel corso degli anni, diventando sempre più semplice da intercettare e anche più accessibile: i costi delle droghe, infatti, sono sempre più bassi e, dall'inizio dell'epidemia da Covid, anche questo business si è spostato sull'online, consentendo praticamente a chiunque di comprare qualsiasi tipo di sostanza in qualunque momento. Esistono inoltre anche nuove sostanze ma, anche qui, i servizi territoriali ricevono pochi fondi da distribuire tra prevenzione e operazioni (grazie a una legge che risale agli anni Novanta) e senza strumenti adeguati, visto che la figura del “drogato tipo” è quella dell'eroinomane. Ma oltre a crack, eroina ed erba i giovani sperimentano decine di nuove sostanze o combinazioni di esse con psicofarmaci e alcool (policonsumo): sono sostanze che non lasciano tracce evidenti nel comportamento o nello stile di vita delle ragazze e dei ragazzi che ne fanno uso. A lanciare un allarme sull'intera questione sono stati i presidenti della Federazione Servizi Dipendenze (FederSerD), della Federazione italiana comunità terapeutiche (Fict) e del Coordinamento nazionale dei coordinamenti regionali che operano nel campo dei trattamenti delle dipendenze (InterCear). L'unica modalità di intervento, come suggeriscono gli addetti ai lavori, è agire sul territorio e costruire delle relazioni con le persone tossicodipendenti e soprattutto "vanno ripensati i servizi, partendo dalle nuove tendenze"; infine, vanno anche attivati dei "percorsi di prevenzione, specifici per minori". Non manca l'azzeramento delle risorse: gli esperti sostengono che le risorse economiche per la prevenzione si siano dimezzate da quando il fondo nazionale antidroga è confluito nel fondo delle politiche sociali nazionali.

Nell’ambito della Commissione Parlamentare per l’Infanzia e l’Adolescenza, durante la discussione sulle dipendenze tra i teenager, è emerso che in questa fascia di età è diffuso il cosiddetto policonsumo: droghe più o meno leggere, alcolici, superalcolici e psicofarmaci vengono assunti tutti insieme. E, spesso, i genitori non si accorgono nemmeno che i loro figli e figlie trascorrono il tempo fuori casa ingoiando pillole. Il centro di recupero San Nicola riferisce che nel 2017 il 34,2% degli studenti ha detto di aver assunto almeno una sostanza psicoattiva illegale nel corso della propria vita, mentre il 26% ha detto di averlo fatto nel corso dell'ultimo anno (circa 670 mila ragazzi). Secondo l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze in Italia ci sarebbero circa 393mila persone con problemi di dipendenza da droga, e “l'Italia è in testa per quanto riguarda il consumo di oppiacei, che riguarderebbe il 5.5 per mille della popolazione, cioè 216mila persone”. E come sappiamo l’uso e l’abuso di droga non si limitano ai teenager, ma interessano anche persone di 11 o 12 anni, quindi bambini e bambine. Il motivo per cui iniziano non è mai del tutto chiaro né ne esiste uno soltanto. Il fattore scatenante può differire sulla base del carattere, delle circostanze, dell'ambiente in cui si vive o che si frequenta ma, tra le cause della tossicodipendenza, c'è anche una componente genetica. C’è chi inizia ad assumere droghe per goliardia (sperimentiamo in gruppo), per spirito di emulazione (gli amici più popolari lo fanno, allora anche io), per sentirsi parte di una cerchia (lo fanno tutti, perché io no?). E il più delle volte accade in circostanze piacevoli come feste, vacanze, serate con gli amici, in una cornice di perdita delle inibizioni e senza la consapevolezza che dalla sperimentazione “per divertimento” è facile arrivare alla dipendenza. Ma il consumo di droga tra i giovani può essere dovuto anche alla noia o al desiderio di “evadere” da circostanze meno piacevoli di feste e vacanze: liti familiari, problemi a scuola, rimproveri continui, ambienti opprimenti o famiglie iper controllanti possono spingere la ragazza o il ragazzo verso una via di fuga (almeno mentale). Insomma, anche se pochi genitori immaginano che il loro bambino o la loro bambina si droga o si drogherà, la realtà presenta sempre il conto. La droga è ovunque, dalle grandi città ai piccoli Comuni, è negli spogliatoi del calcetto, alle feste, in pizzeria, per le vie del centro e a casa della migliore amica: l’incontro tra i giovanissimi e le sostanze stupefacenti è inevitabile, per questo è importante essere vigili. Per esempio, un ottimo metodo per i genitori, che può aiutare a individuare eventuali campanelli d'allarme, è capire quanti soldi un ragazzo spende e per cosa. Inoltre, è importante anche sapere quali farmaci sono disponibili in casa, per notare se dovessero eventualmente iniziare a mancare; infine, è importante anche dalogare con loro prestando attenzione a quello che dicono, anche tra le righe, e parlare di droghe senza allarmismi e senza demonizzare – esagerando – l'uso di erba o di alcool. Sono sostanze che comunque vorrà provare, meglio essere genitori onesti e mettere le dovute distanze tra una birra o una canna e l'eroina, perché il rischio che si corre demonizzando tutte le sostanze è di appiattire le differenze che invece ci sono. E il ragazzo o la ragazza deve conoscerle.

Molti bambini e molti adolescenti provano l'alcol durante gli anni del Liceo o delle Medie, prima quindi che per loro sia legale (in Italia bere alcolici è legale a 16 anni), perciò occorre parlare presto con loro del consumo di alcol, e occorre farlo più spesso man mano che crescono. I bambini in età prescolare non sono pronti per registrare molte delle informazioni sull'alcol ma i genitori possono dare il buon esempio bevendo responsabilmente, praticando attività sportive e mangiando in modo sano. Se i bambini hanno domande sull'alcol o vogliono provarlo si può rispondere loro in modo semplice e onesto, senza dire che è un veleno: solo, non è una bevanda adatta alla loro età. Se hanno dai 4 ai 7 anni si può parlare di alcol quando il tema viene fuori naturalmente, per esempio guardando la TV mentre passa una pubblicità di alcolici, e si può chiedere ai propri figli se sanno cosa sia o come il consumo di alcol influisce sul corpo. Occorre mantenere la conversazione amichevole e semplice, spiegando loro che l'alcol rallenta i riflessi e la mente e quindi rende difficile capire delle cose che invece si capiscono facilmente da sobri. Per esempio, quando l'acqua è troppo agitata per tuffarsi o se un'auto si avvicina troppo. Se i bambini chiedono perché è giusto che gli adulti bevano ma loro no, va bene spiegare che bere può danneggiare un corpo in fase di crescita aumentando il rischio di incorrere in problemi di vario genere mentre, in un corpo adulto, questo non accade. Con i bambini dagli 8 agli 11 anni si può essere più onesti e parlare degli effetti del consumo di alcolici e superalcolici a breve termine come alterazioni di visione, udito e coordinazione, percezioni ed emozioni distorte, giudizio alterato che può portare a incidenti come l'annegamento e a compiere altri gesti rischiosi. E si può parlare anche degli effetti a lungo termine, come ad esempio i danni al fegato, la perdita di appetito, i problemi di stomaco, i danni al cuore e al cervello, la perdita di memoria. I bambini di questa età vogliono essere il più possibile simili ai loro amici e va invece insegnata l'importanza di avere un'identità propria, da individui. Dai 12 anni in su diventano ottimi ascoltatori e ascoltatrici, per questo è facile mantenere con loro una linea comunicativa stabile, sincera, quasi paritaria. Con i pre adolescenti si può parlare dei buoni motivi per non bere, come ad esempio il rischio di deformità fisiche, di intrecciare relazioni problematiche con il partner, di avere problemi di concentrazione nello studio, di compromettere le attività sportive. Adottare la strategia del terrorismo può far chiudere in sé l'adolescente che comunque ha accesso a una mole infinita di informazioni attraverso internet, quindi sa sempre quando i genitori mentono. Semmai, è un bene insegnare loro a distinguere gli alcolici facendoglieli assaggiare: in questo modo se qualcuno offre loro dei drink sanno sempre cosa stanno bevendo, quanto possono berne e che effetto fa. È importante anche spiegare loro che non c'è da vergognarsi se vogliono chiamare i genitori per essere presi e portati via se si ritrovano in situazioni in cui gli amici sono ubriachi. E infine, se il rapporto con i propri figli è sano e basato sulla comunicazione aperta, va bene dire loro di essere sinceri quando provano a bere alcolici o super alcolici (tanto lo faranno prima o poi).

Le anfetamine sono stimolanti che accelerano le funzioni del cervello e del corpo. Vengono assunte in pillole o compresse e, per fare un esempio, anche le pillole dimagranti che si vendono legalmente dietro prescrizione medica rientrano in questa categoria di farmaci. La famosa comunità di San Patrignano fa sapere che le anfetamine vengono chiamate con altri nomi e nomignoli come “Speed”, “Crystal”, “Bennie” e, quando sono combinate con l'eroina, “Frisco Speed”. Vengono assunte in molti modi: ingerite, fumate, sniffate o iniettate e, indipendentemente dal modo in cui una persona le assume, agiscono provocando euforia, dando una sensazione di energia e di vigore. Chimicamente intervengono sulla frequenza cardiaca aumentandola, alterano la respirazione e la pressione sanguigna e possono anche causare sudorazione, tremori, mal di testa, insonnia e visione offuscata. L'uso prolungato può causare allucinazioni e paranoie: anche dopo che i consumatori smettono di prendere anfetamine l'effetto di queste può dare problemi comportamentali come aggressività, ansia e forte desiderio di tornare ad assumerle. La caffeina è uno stimolante naturale che si trova in caffè, tè, cioccolato e altri cibi e bevande, viene classificata come droga perché stimola il sistema nervoso centrale. Può far sentire le persone che la prendono più vigili ed energiche e ha effetti simili sia nei bambini che negli adulti; troppa caffeina può infatti causare nervosismo, mal di stomaco, mal di testa, problemi di concentrazione, difficoltà a dormire, alterazioni della frequenza cardiaca e pressione sanguigna più alta. Soprattutto nei bambini piccoli, per produrre questi effetti occorrono dosi minime. Quali altri problemi possono verificarsi? L'interruzione brusca della caffeina può causare sintomi di astinenza (come mal di testa, poca energia e irritabilità), soprattutto per coloro che ne consumavano molta. La caffeina può peggiorare i problemi cardiaci o l'ansia e alcuni bambini potrebbero non sapere di essere a rischio perchè non sanno nemmeno di assumerla. Inoltre, esiste la sensibilizzazione alla caffeina, che si riferisce alla quantità di caffeina necessaria a causare gli effetti desiderati o indesiderati: la sensibilizzazione alla caffeina è principalmente correlata all'assunzione giornaliera di questa sostanza, ma più piccola è la persona, meno caffeina è necessaria per produrre effetti collaterali. I bambini ovviamente sono più sensibili alla caffeina rispetto agli adulti. Le persone adulte che bevono regolarmente bevande contenenti caffeina diventano presto meno sensibili: ciò significa che nel tempo avranno bisogno sempre di quantità maggiori di caffeina per ottenere gli stessi effetti. Quindi, più caffeina viene assunta e più caffeina è necessaria.

La cocaina (benzoilmetilecgonina) è una polvere bianca che proviene dalle foglie essiccate della pianta di coca, che si trova in Sud America. Il crack (nella forma di palline) si ottiene cuocendo la polvere di cocaina con il bicarbonato di sodio, quindi rompendola in piccoli pezzi chiamati pietre o pietrine, e deve il suo nome al fatto che scoppietta quando viene riscaldato per la “cottura”. Sia la cocaina che il crack creano dipendenza rapidamente e sono facilmente reperibili; in particolare il crack è una droga che costa molto poco. Gli altri nomi per la cocaina sono davvero molti e dipendono dalle zone geografiche: neve, bamba, coca cola, biancaneve. Mentre questa viene inalata o sniffata attraverso il naso, o iniettata in una vena, il crack viene fumato con una pipa. La cocaina è uno stimolante, il che significa che produce sensazioni intense di potenza, infallibilità ed energia e lo fa velocemente, pochi minuti dopo l'assunzione. Quando svanisce l'effetto (il crack svanisce molto più rapidamente della coca), chi l'ha consumata si sente depresso e nervoso e attraversa la cosiddetta fase di “down”, dalla quale è più semplice uscire sniffando altra cocaina. Per questo ne vorrà subito dell'altra: crea così tanta dipendenza che si rischia di restare risucchiati da lei dopo averla provata anche solo una volta. Ed è così pericolosa che usarla una sola volta può causare infarti, ictus e persino la morte.

I tranquillanti e altri antidepressivi calmano i nervi e rilassano i muscoli, sono capsule o compresse dai colori vivaci che sono legalmente disponibili nelle farmacie: è l'abuso che li trasforma in stupefacenti. Assumere dosi di antidepressivi maggiori rispetto a quelle prescritte può causare confusione, mancanza di coordinazione, pressione sanguigna bassa e battito cardiaco e respirazione rallentati. In particolare, gli antidepressivi diventano molto pericolosi se assunti con alcool e altri farmaci: dosi molto elevate di questo tipo di sedativi possono interrompere la respirazione e causare la morte della persona che li ha assunti. Chi li assume potrebbe iniziare a esprimersi con un linguaggio confuso, presentare incapacità di concentrazione, muoversi al rallentatore e addormentarsi fuori contesto. Gli antidepressivi creano dipendenza e smettere di prenderli può dare sintomi di astinenza come ansia, insonnia e convulsioni.

L'ecstasy (3, 4-metilenediossi-N-metamfetamina) o MDMA è una sostanza stimolante che può causare allucinazioni, è in assoluto la droga più popolare tra adolescenti e persone che frequentano club, concerti e party ed è una delle più facili da trovare. Si può ingerire o sciogliere in acqua se in forma di pillola o pastiglia oppure sniffare, se in polvere. La comunità di San Patrignano informa sul fatto che “l’ecstasy agisce aumentando la presenza di serotonina alle terminazioni sinaptiche. E l’incremento di tale sostanza in diverse aree cerebrali provoca vari effetti psicologici: forte sensazione di benessere; accresciuta confidenza con gli altri; rimozione delle barriere emotive e comunicative; esaltazione delle sensazioni; maggiore capacità di percepire il ritmo e la musica. Per tali motivi, l’ecstasy e le droghe a essa simili vengono definite “entactogene” o “epatogene” (che favoriscono l’empatia, cioè la capacità di immedesimarsi nei pensieri e negli stati d’animo di un’altra persona). È spesso considerata essere una droga innocua, probabilmente a causa dell’aspetto con la quale viene venduta: pastiglie vivacemente colorate con divertenti loghi. Inoltre, molte persone ritengono meno pericolosa una sostanza che si ingoia di una che si inietta. Frequentemente l’ecstasy è assunta in combinazione con altre sostanze quali LSD, cocaina, amfetamine o alcol. La combinazione con droghe stimolanti tende a incrementare la tensione e ad aumentare l’effetto. Con l’LSD rende l’effetto allucinogeno più agevole da sopportare. L’alcol diminuisce l’effetto dell’ecstasy ma, d’altra parte, aumenta la disidratazione. La cannabis è generalmente usata nella fase di raffreddamento. L'ecstasy è sia una droga allucinogena che stimolante; fa provare agli utenti un'ondata di buoni sentimenti e rende le emozioni molto più intense, buone o cattive che siano. Gli effetti positivi del farmaco di solito durano fino a 6 ore. Gli effetti collaterali invece sono secchezza delle fauci, denti stretti, visione offuscata, brividi, sudorazione o nausea, può far sentire alcuni ragazzi ansiosi, confusi e paranoici, come se qualcuno stesse cercando di ferirli o stesse complottando contro di loro. L'ecstasy può danneggiare le cellule cerebrali coinvolte nell'articolazione del pensiero e nella memoria. Se una persona assume l'ecstasy, il suo corpo può surriscaldarsi mentre balla o mentre fa altre attività fisiche, il che può portare alla rottura dei muscoli, danni ai reni, al fegato e al cuore, e anche alla morte.

Il GHB (gamma idrossibutirrato) è un sedativo, di solito è disponibile in forma di liquido trasparente ed è sintetico. In campo medico è legalmente utilizzato per stimolare la produzione di GH (Growth Hormone, l'ormone della crescita), provocando incrementi da 9 a 16 volte, e come coadiuvante del parto (per le sue proprietà rilassanti e anti-spasmodiche). Come l'ecstasy, il GHB è molto popolare tra i frequentatori di club e party, inclusi adolescenti e giovanissimi. Se mescolato con l'alcol, ha un effetto così potente da provocare l'addormentamento di chi lo assume, per questo lo usano gli stupratori somministrandolo a vittime inconsapevoli. Viene infatti spesso chiamato “droga dello stupro”. Ma chi è oggetto di abusi e violenze sessuali non è da condannare perchè ha assunto il GHB con l'alcol: la vittma non ha colpe per il fatto che esistono degli stupratori - uno stupratore stupra con o senza droghe. Inoltre, il soggetto non può sapere di aver assunto la droga contro la sua volontà: essendo incolore e inodore è infatti spesso somministrato senza in maniera non consensuale. D'altro canto, molte persone assumono il GHB consapevolmente, consensualmente e in situazioni di sicurezza proprio per migliorare l'esperienza del sesso. Il sito “pagine mediche” sottolinea che gli effetti cominciano generalmente a distanza di 5-20 minuti dall'assunzione e durano da 1 fino a 3 ore. A basse dosi (circa 1-2 grammi equivalenti a un cucchiaino di polvere) presenta effetti molto simili a quelli dell’alcol: i consumatori riportano sensazioni di piacere diffuso, rilassamento e tranquillità, ma anche riduzione delle inibizioni sessuali, euforia e aumento della tendenza a verbalizzare. “Ma iI GHB deve la sua fama appunto alle proprietà "pro-sessuali", poiché gli effetti comprendono disinibizione, aumento della sensibilità tattile e della capacità erettile nei maschi e una maggiore sensibilità al momento dell’orgasmo”, si legge sul portale di medicina. Il passo tra dose stupefacente e dose tossica è molto breve: da un effetto di piacevole stordimento si può passare inconsapevolmente e rapidamente a uno stato di incoscienza, al quale possono seguire forte sonnolenza, narcosi (sonno comatoso, con attività onirica che può durare anche fino a 24 ore), convulsioni, vomito e depressione respiratoria, sino ad arrivare al coma. In Italia il Roipnol è venduto in farmacia come trattamento a breve termine dell'insonnia, cioè come sonnifero, ma è illegale in alcuni Paesi (come l'America), poiché potendo causare sonnolenza estrema (o "blackout"), viene spesso utilizzato per stordire le vittime di stupro. Questo farmaco ha infatti ricevuto molta attenzione da parte dei media a causa della sua associazione con le violenze sessuali: molte ragazze, donne e adolescenti che hanno riferito di essere state violentate hanno descritto i sintomi del Roipnol, ma non avevano coscienza di averlo preso. Tra i sintomi c'è anche una piccola amnesia e ciò significa che è difficile ricordare cosa è successo mentre si era sotto effetto del farmaco. Per questo motivo gli stupratori lo mescolano ai drink delle loro vittime. Sebbene faccia parte della famiglia dei farmaci sedativi, capita che alcune persone sperimentino gli effetti opposti e quindi durante il trattamento siano eccessivamente eccitate o aggressive.

L'eroina appartiene a un gruppo di farmaci antidolorifici chiamati narcotici: questa droga deriva dal papavero da oppio, un fiore che cresce in tutti i continenti e quando è pura ha la consistenza di una polvere bianca. Sebbene alcuni narcotici come la codeina e la morfina siano legali se prescritti per alleviare il dolore, l'eroina è un narcotico illegale perché ha effetti collaterali pericolosi e crea molta, molta, dipendenza. Mentre nella sua forma pura viene inalata, normalmente l'eroina viene iniettata o fumata. Come effetto produce sensazioni di serenità e buoni sentimenti ma spesso accompagnati da sonnolenza e nausea. Molte persone dipendenti dall'eroina iniettano la droga in vena usando degli aghi non sterilizzati, che loro stesse usano varie volte al giorno, provocandosi ferite e cicatrici permanenti e correndo il rischio di contrarre malattie e infezioni come epatite B, l'epatite C o HIV, il virus che se non trattato causa l'AIDS. L'eroina è una droga che crea dipendenza molto rapidamente, anche dopo una singola assunzione. Quando gli eroinomani tentano improvvisamente di disintossicarsi o se per caso non sono in grado di procurarsi una dose sviluppano sintomi di astinenza violenti come sensazioni di panico, insonnia, brividi e sudorazione, dolori muscolari, crampi allo stomaco, nausea, vomito e diarrea. L'assunzione di una dose eccessiva di eroina può causare l'interruzione del respiro e la morte; ciò è più probabile se l'eroina viene miscelata con un oppioide sintetico, come il fentanil. Molti spacciatori tagliano l'eroina con il fentanil, un antidolorifico molto più forte dell'eroina che può causare facilmente un'overdose.

Gli inalanti sono sostanze che vengono inalate per dare alle persone sensazioni immediate e includono colle, diluenti per vernici, liquidi per il lavaggio a secco, benzina, liquido per pennarelli, lacca per capelli, deodoranti o vernice spray. Vengono inalati direttamente dal contenitore, da un sacchetto di plastica o tenendo in bocca della stoffa imbevuta. Si trovano davvero ovunque e producono una rapida sensazione di ubriachezza, seguita da sonnolenza, barcollamento, vertigini e confusione. Chi ne abusa ha spesso mal di testa, epistassi e talvolta perde il senso dell'olfatto. Inoltre, queste sostanze sono tossiche e riducono l'ossigenazione del cervello: di fatto, possono causare danni cerebrali.

La ketamina cloridrato è un anestetico ad azione rapida che è legalmente usato sia negli esseri umani (come sedativo per piccoli interventi chirurgici) che negli animali (come tranquillante): a dosi elevate provoca intossicazione e allucinazioni simili a quelle provocate dall'LSD. In diverse forme, la ketamina può essere sniffata, ingerita, fumata o iniettata e i consumatori spesso lo usano insieme ad altre droghe come l'ecstasy, la cocaina o la marijuana. Le persone che usano la ketamina possono diventare psicologicamente dipendenti da essa per sentirsi bene, per affrontare la vita quotidiana o per gestire momenti di stress. Ma possono anche iniziare a delirare, avere allucinazioni e perdere il senso del tempo e della realtà. Il “viaggio” provocato dall'uso della ketamina dura fino a 2 ore, e il ritorno può essere accompagnato da nausea, vomito e lasciare problemi di memoria. L'LSD (dietilamide dell'acido lisergico) è una droga allucinogena e come tutti gli allucinogeni cambia il modo in cui le persone percepiscono il mondo che le circonda. L'LSD è inodore, incolore e insapore e viene assunto tramite piccoli quadrati di carta imbevuti che le persone leccano o ingoiano. Questa sostanza altera i sensi dello spazio, della distanza e del tempo e le persone dicono di "sentire" i colori o di "vedere" i suoni e di provare strani sentimenti ed emozioni forti. Ma l'LSD può anche causare "brutti viaggi", per esempio quando chi lo assume sperimenta panico, confusione, tristezza e vede immagini spaventose. Al primo utilizzo possono verificarsi reazioni negative e si possono avere dei flashback in seguito, riprovando le sensazioni di quel brutto viaggio anche dopo che l'effetto della sostanza svanisce. Poiché l'LSD influisce anche sulla capacità di giudizio e sul comportamento, chi lo assume potrebbe trovarsi facilmente in situazioni pericolose o comunque in cui non si troverebbe mai se non avesse assunto questa droga. I cambiamenti fisici includono aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, contrazioni muscolari e tremore, pupille dilatate, sudorazione, insonnia e perdita di appetito.

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La marijuana è una miscela verde-marrone sminuzzata di fiori secchi, steli e foglie della pianta Cannabis sativa. Una specie più forte di marijuana è chiamata hashish (sostanza stupefacente psicotropa derivata dalle infiorescenze femminili della pianta di Cannabis) e somiglia a dei pezzetti di torta al cioccolato molto piccoli, profumatissimi e morbidi. La marijuana viene solitamente fumata arrotolandola come una fosse una sigaretta di tabacco o in pipe e pipe ad acqua (i cosiddetti bong). Recentemente, è diventato sempre più popolare per le persone inalare marijuana o estratti di marijuana più forti usando un vaporizzatore (chiamato "vaping" o "dabbing") e alcune persone la mescolano al cibo facendo biscotti, torte e muffin o la preparano come un tè o un infuso. In molti Paesi è legale: in Italia la vendita della cannabis light è legale dal 2016 in virtù di una legge (numero 242) pienamente in vigore; si può detenere un massimo 500 mg di principio attivo (THC) nel caso di cannabis, marijuana, hashish. Tuttavia il possesso di droga è un illecito amministrativo anche quando non può essere considerato reato; se però si tratta di cannabis light tracciabile e con limite di concentrazione di THC nella norma, il consumatore non può essere punito. Gli effetti a breve termine sono una leggera sensazione di relax e di estrema pacificazione. Come agisce: il THC si collega a un recettore del cervello e lo "sballo" della marijuana deriva dagli effetti del THC sulle cellule nervose che controllano la percezione sensoriale e il piacere. Il THC si collega anche con i recettori sulle cellule nervose in altre parti del cervello che influenzano il pensiero, la memoria, la coordinazione e la concentrazione. Si tratta di effetti collaterali temporanei, ma possono rendere pericoloso guidare o sgradevole affrontare conversazioni di lavoro. La ricerca ha scoperto che le persone che usano la marijuana per un lungo periodo di tempo possono avere effetti collaterali più duraturi. Per esempio, fumare erba può influenzare le parti del cervello che agiscono sulla nostra capacità di ricordare, svolgere più compiti contemporaneamente e prestare attenzione. Altri effetti a lungo termine sono i problemi respiratori: le persone che fumano molta marijuana possono sviluppare problemi al sistema respiratorio, come più muco, tosse cronica e bronchite.

Le metanfetamine sono degli stimolanti, un tipo di farmaco che consente alle persone di rimanere sveglie e svolgere attività continua con meno bisogno di dormire. Sono vendute sotto forma di pillole, polveri o grossi cristalli e si tratta di una droga popolare, soprattutto tra i giovani. Le persone che abusano di metanfetamine si sentono sempre piene di energia e pensano che la droga consentirà loro di svolgere qualsiasi attività senza riposo: sport, studio, attività extra. Ma la metanfetamina è molto dannosa per il corpo e il cervello, specialmente se l'uso che se ne fa è ripetuto. Gli effetti collaterali includono il battito cardiaco irregolare e l'aumento della pressione sanguigna, sudorazione, mal di testa, visione offuscata, secchezza delle fauci, vampate di calore e vertigini. Poiché il farmaco spesso diminuisce o addirittura elimina l'appetito, è utilizzata come una pericolosa amica per perdere peso. L'uso a lungo termine può causare danni al cervello e problemi con la memoria: non mancano sbalzi d'umore o improvvisi comportamenti violenti.