L'artista Bixio in mostra a Milano con Conserva lo stupore - Style

2022-05-25 09:46:13 By : Ms. Catherine Zou

Fabrizio Braghieri, in arte Bixio (Milano, 1967), si è laureato in Architettura al Politecnico nel 1993 ed è proprio negli anni Novanta che si avvia il suo percorso espositivo, tra mostre personali e collettive. I critici si appassionano alle sue opere per l’originalità, l’ironia e la forza immaginifica.

«Ho sempre amato esprimermi per analogie e contrasti tra verbo e soggetto… Poi un bel giorno il cuore si ruppe… e ne uscì un’opera “senza titolo” ma di universale comprensione…», dice Bixio. Che non finisce di sorprendere e che con la sua nuova mostra, allestita fino al al 22 maggio allo Spazio Jordan Mazzolari, Piazzetta Umberto Giordano 2, Milano (orari dal venerdì alla domenica: 11.00-19.00), racconta l’importanza di continuare a meravigliarsi per le sorprese della vita. Perché lo stupore accende lo sguardo, fa sentire vivi, aiuta a cogliere il bello delle cose. E, di sicuro, il bello è anche l’originalità di un’opera d’arte che colpisce dritto al cuore e lascia un segno dentro di noi.

Dall’arte di conservare. Non buttare via nulla. I fazzoletti piegati nei cassetti di mia nonna, e le candele se va via la Luce.

Imbottigliale ogni giorno queste cose preziose: hanno la voce del neonato quando bussa, per la prima volta, alle porte del Mondo.

Hai presente quella smorfia che fai con la Bocca? Non ti sei mai accorta, forse. Gli angoli si alzano e mirano agli occhi: vorrebbero incontrarsi in un abbraccio di fronte alla Bellezza, quando la vedono per la prima volta.

Tu ogni giorno, prendi bottiglie, barattoli di vetro, scatolette di latta; stipa tutto lì dentro, riempiti la dispensa. Fai provviste per tempi peggiori, per carestie di emozioni, per gelidi e lunghi inverni del cuore.

Prenditi quel tramonto, il sasso con la forma strana, un nido di gabbiani su un isolotto in mezzo al mare; porta con te i battiti di quando credevi di essere rimasta sola, ma mamma ha aperto la porta e ti ha sorriso.

Mettici la caramella gommosa sul fondo del Calippo, il sole che ti abbaglia all’uscita di scuola, le patate gialle che ha sputato fuori una terra nera, la palla entrata in porta: eppure avevi chiuso gli occhi per la paura.

Sistema bene l’ultima spinta che hai dato prima dell’urlo di tuo figlio: ti si sono storti i denti, sei forse morta di dolore, ma ce l’hai fatta. E la volta in cui il tuo cane ha capito, esattamente, quello che gli hai detto con la forza del pensiero?

Non dimenticare che hai sorriso il giorno in cui la casa sull’albero è diventata casa tua. Per un giorno o per sempre. È accaduto.

Hai sorriso quando un aeroplano di carta è atterrato sul tuo banco: il cuore ha spuntato la casella per te.

Conserva l’attimo in cui al posto del dentino hai trovato una banconota da mille lire, e quando sotto l’albero è comparso un tuo sogno mai svelato. Chi gliel’ha detto a Babbo Natale?

Conserva lo stupore. Conserva il tuo stupore, che è lo stupore del Mondo. Conserva quella bambina con la Bocca spalancata nel più incredibile degli “O”, e gli occhi che brillano. È il primo seme del giardino meraviglioso che ci salverà.

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